Estetica Oncologica – le cicatrici

Affrontiamo qui un interessante argomento che coinvolge un po’ tutti e in particolare modo la donna colpita dal carcinoma al seno e quindi che ha dovuto eseguire plurimi interventi chirurgici.

La conseguenza del post intervento sono, la formazione di cicatrici che possono diventare l’ennesimo problema oltre già alle innumerevoli conseguenze che porta questa malattia.

Ma vediamo più da vicino cosa sono questi antipatici segni purtroppo permanenti, studiamoli un po’ più da vicino, capire e prevenire è sempre la scelta migliore.

Quante domande vi verranno in mente:

  • che cos’è una cicatrice?
  • Che vuol dire cheloide?
  • Si possono togliere?
  • Ci sono cure specifiche da fare anche a domicilio?
  • Perché prudono e si arrossano?
  • Cosa può fare la nostra estetista oncologica?

Queste sono solo alcune delle domande che si possono fare, vediamo ora come possiamo aiutarvi a capire.

Che cosa è una cicatrice

La cicatrice è un tessuto fibroso che si forma per riparare una lesione, ed è dovuta alla proliferazione del derma e dell’epidermide.

Questo è un fenomeno biologico naturale che l’organismo mette in atto nel momento in cui il nostro corpo ha bisogno di protezione verso l’esterno, quindi attua un processo di riparazione; chiude l’emorragia, risana e richiude la ferita, il danno viene riparato.

La cicatrizzazione schematicamente si racchiude in tre fasi, caratterizzate da attività cellulari specifiche che portano alla riepitelizzazione cutanea ogni fase è strettamente collegata all’altra.

Nella Prima fase, che si verifica nei primi 4 giorni abbiamo il coagulo piastrinico che blocca il sanguinamento, in questa fase poi avremo l’attivazione delle difese immunitarie che formeranno una barriera contro le aggressioni microbiche e corpi estranei.

Questo tessuto necrotico attiverà delle cellule specifiche che ripuliranno la ferita detergendola, la ferita stessa tenderà ad accorciarsi proprio per lasciare meno spazio alle aggressioni esterne.

Seconda fase: durata circa 10-15 giorni.

Si formerà un tessuto di granulazione costituito da fibroblasti, macrofagi, questi inizieranno a produrre collagene ed elastina.

Quindi le cellule epiteliali buone inizieranno il loro cammino avvicinandosi sempre di più e quindi si richiuderà la ferita.

La cicatrizzazione non è uguale per tutti, le pelli scure ad esempio sono soggette a maggiori rischi di ipertrofia e quindi a formare cicatrici esteticamente non belle. Anche alcune zone del corpo possono cicatrizzare in modo diverso, come il petto, lo sterno, la schiena e le articolazioni.

Terza fase: ha una durata che va da due mesi a due anni, durante questo periodo si ha una continua trasformazione e rimodellamento di collagene ed elastina, anche la zona sarà riccamente vascolarizzata e la plasticità e maturazione sarà in continuo rimodellamento.

Questa è una fase molto importante perché si può fare molto per ottenere una buona cicatrice esteticamente parlando.


Quali tipi di cicatrizzazioni esistono

Cicatrice normale – Dura qualche settimana dopo la guarigione la cicatrice appare arrossata(eritematosa), e spesso pruriginosa. Dopo un anno tende a schiarirsi il suo colore diventa simile a quello della pelle e si ammorbidisce e si spiana.

Cicatrici ipotrofiche – Si presentano avvallate sul piano cutaneo sono molto sottili e di consistenza morbida. In genere sono associate ad alcune malattie (diabete, collagenopatie).

Cicatrici ipertrofiche – dovute all’eccessivo produzione di collagene e piccoli vasi, si presentano rilevate di colore rosso vivo, consistenza fibrosa, pruriginosa e facilmente infiammabile. Queste si verificano quando ci sono problemi nella guarigione come, infezioni, ematomi. Oppure si presentano predisposizioni individuali.

Cicatrici cheloidee o cheloidi – Hanno le stesse caratteristiche delle cicatrici ipertrofiche ma le superano per dimensioni, spesso anche più grandi della ferita stessa. Purtroppo ne sono colpite le persone che hanno una predisposizione individuale ma soprattutto familiare, i soggetti dalla pelle scura sono i più predisposti e nei soggetti asiatici. La sua formazione alterata è data da una iperproduzione di fibroblasti e collagene e dalla iperproduzione di citochine e dei suoi fattori di crescita.

Quindi cosa possiamo fare? Cosa ci offre la chirurgia e la medicina estetica?

Per prima cosa diamo uno sguardo verso l’intervento di tipo curativo con i mezzi che la medicina ci offre, più o meno invasivo a seconda del tipo di cicatrice.

In una prima fase quando le cicatrici sono “fresche” cioè formate da poco (circa due mesi dalla formazione), possiamo seguirle e migliorarle con terapia domiciliare che consiste nel massaggiare la cicatrice più volte al giorno utilizzando prodotti idratanti e ammorbidenti, gel al silicone che aiutano ad appianare la cicatrice. Molto importanti sono i solari schermanti che proteggono da una scorretta cicatrizzazione.

Esistono anche sostanze schiarenti per ottenere un colore molto simile alla pelle e quindi essere meno visibili parliamo di tretionina, idrochinone ma in commercio ne esistono molti tipi che vi suggerirà il vostro medico.

Cosa può fare la medicina estetica?

Abbiamo tutta una serie di trattamenti che si differenziano per tipo di risultato: trattamenti blandi e più leggeri, trattamenti più profondi e di maggior efficacia.

Trattamenti blandi – parliamo di peeling chimici ad azione esfoliante, rimuove le cellule morte andando a stimolare gli strati più profondi della pelle quindi riproducendo nuove cellule che attenueranno vari problemi tra cui il colore scuro della cicatrice assottigliandola e rendendola più morbida ed elastica. I peeling che si usano in questo caso sono: acido piruvico o acido glicolico, ad azione esfoliante accellera il processo rigenerativo della pelle inducendo una reazione infiammatoria che contribuisce alla produzione di elastina e fibroblasti.

Questo trattamento verrà scelto a seconda del tipo di persona e tipo di cicatrice anche il tipo di peeling sarà adeguato al risultato che si vorrà ottenere.

Trattamenti di maggior efficacia- un trattamento più specifico e di maggior efficacia troviamo il laser ad anidride carbonica o CO2, colpisce la pelle e simultaneamente rimuove gli strati superficiali stimolando i più profondi, ciò determina una sostituzione di pelle nuova ed elastica ammorbidendo la cicatrice e rendendola più simile in colore e consistenza alla pelle che la circonda.

Un altro trattamento di profondità è il needling o microperforazione, meno usato ma comunque efficace. Uno strumento dotato di piccolissimi corti aghi che perforando la pelle penetra in più punti bio-stimolando i piani più profondi della cute e quindi stimolerà la ricrescita di nuove cellule.

Intervento chirurgico della cicatrice- Questo tipo di trattamento si deciderà di farlo quando si presenterà una cicatrice collassata o in caso di diastasi di forma irregolare o quando in fase di guarigione i tessuti non vengono accostati, quindi si procederà ad una revisione chirurgica ovvero asportazione della vecchia cicatrice creandone una nuova più sottile e lineare.

Nel caso di cicatrice ipertrofica o cheloide si ricorre alle infiltrazione in loco di cortisone, ciò comporterà una riduzione del suo volume.

Alla domanda “la cicatrice potrà scomparire?”, no questo non si può ottenere purtroppo sono dei segni indelebili, possono essere migliorate ma non cancellate.

La cicatrice postoperatoria del carcinoma alla mammella

Argomento a cui tutte noi ci teniamo in modo particolare, perché oltre ad avere una malattia purtroppo molto nociva, inoltre ci troveremo ad affrontare una demolizione chirurgica e conseguenti cicatrici.

Ma è proprio in questa prima fase che è molto importante curare le nostre cicatrici proprio perché in un secondo momento potremo mettere le protesi mammarie in silicone. Quindi per arrivare a questo secondo intervento dobbiamo ottenere delle belle cicatrici elastiche e ben rimarginate.

Parlare con il vostro chirurgo in questo caso sarà molto importante ma anche l’assistenza di una brava estetista oncologica sarà molto importante, perché vi darà quel giusto supporto tecnico e anche psicologico per affrontare questo difficile momento, in più senza commettere sbagli.

Le cicatrici si possono incominciare a trattare dopo circa quattro settimane dall’intervento (chiaramente dopo il controllo dal chirurgo o dal vostro medico oncologo).

I consigli dell’estetista vi porteranno a saper detergere la cicatrice nel modo corretto, con detergenti emolienti non aggressivi, mai fare bagni prolungati e tamponare sempre la parte senza sfregare.

Massaggiare delicatamente le cicatrici anche due o tre volte al giorno con olii a base di vitamina E (olio di germe di grano, olio di Iperico, pomata omeopatica alla calendula).

Non prendere mai il sole per almeno sei mesi dopo l’intervento, quindi mettere sempre delle creme solari a schermo totale.

Non usare mai indumenti che irritano la cute sempre cotone la fibra meno adeguata a questo tipo di problema.

La Micropigmentazione – tecnica nota ai fini estetici, si è dimostrata molto efficace nel trattamento della ripigmentazione delle cicatrici post-intervento, è particolarmente usata nel trattamento dell’areola mammaria e di tutto il complesso areola-capezzolo. Viene anche usata nel trattamento delle macchie cutanee, ricostruzione dell’arcata sopracciliare, alopecia, anche prima di iniziare la chemioterapia.

Andando dalla vostra estetista oncologica potrete fare molti trattamenti adatti per la cura delle cicatrici come:

  • Trattamenti idratanti, peeling dolci ma che aiutano esfoliazione facendo uso di prodotti rigeneranti per la pelle.
  • Linfodrenaggio localizzato per migliorare la parte edematosa il miglioramento della circolazione linfatica stimolerà i fibroblasti e la produzione di elastina e collagene migliorando la guarigione della cicatrice.
  • Massaggio stimolante del tessuto cicatriziale con uso di olii e fito stimolatori per ottenere l’elasticità dei tessuti profondi e quindi ottenere una cicatrice elastica e schiarita.
  • Sicuramente un massaggio decontratturante vi aiuterà a rilassarvi, ad abbassare l’aspetto flogistico che interessa soprattutto la parte superiore del corpo, decontraendo in profondità articolazioni e muscoli otterrete una cicatrizzazione migliore più elastica.

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